L’immaginifica storia di Espérer

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Una nuova isola nasce in Europa: il suo nome è Espérer. Si conclude il viaggio in Italia da Lampedusa a Bardonecchia passando per Avigliana il 15 novembre alle 21 al Fassino

“Questa fiaba non esiste, come non esistono paesi, personaggi, cose o azioni che sto per raccontare. Anche perché se esistessero veramente, sarebbe un brutto mondo in cui vivere”
Antonio Damasco

Avigliana, 8 novembre 2024 – Si conclude a Bardonecchia, passando per Bologna, Felizzano, Torino e Avigliana (il 15 novembre alle 21 al Fassino con il patrocinio del Comune di Avigliana), l’ultima tappa del viaggio de L’immaginifica storia di Espérer. Sono state 10 le tappe precedenti partite da Lampedusa che hanno attraversato la penisola con un diario di viaggio narrativo e fotografico scritto da Antonio Damasco con le immagini di Laura Cantarella, che ha raccontato le storie delle persone incontrate, i luoghi attraversati di chi ha preso parte a questa favola cantata che parla di migrazione e confini.

A Torino il 12 novembre incontrerà Archivissima come elemento finale della edizione 2024 #passioni. Le tappe che seguiranno saranno sui territori piemontesi in cui è stato realizzato il progetto Tempo al Tempo, fra cui la Valle di Susa con gli spettacoli ad Avigliana e Bardonecchia.

Tempo al tempo è un progetto nazionale selezionato dall’Impresa sociale con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, e che si concluderà a dicembre. Hanno collaborato 45 partner in 3 regioni italiane (Piemonte [Valle di Susa e Felizzano], Calabria [Reggio Calabria] e Sicilia [Catania e Scordia]) con l’obiettivo di incrementare l’inclusione e l’autonomia abitativa e lavorativa di oltre 150 giovani migranti.
In valle di Susa il progetto è stato curato dalla Cooperativa sociale Pier Giorgio Frassati (capofila del progetto), dal Conisa Valle di Susa Val Sangone, associazione Rete italiana di cultura popolare, cooperativa sociale Atypica, consorzio Idea, Agenzia per il Lavoro e con la collaborazione di Geos onlus. Educatori, mediatori, operatori sociali e dell’orientamento hanno affiancato per 3 anni minori stranieri non accompagnanti accolti in Valle, facilitando i loro percorsi di inclusione sociale, e di autonomia abitativa e lavorativa.

Espérer è un’isola nata dagli scogli di Ventimiglia, in Liguria, e dall’incrocio di molte storie, la prima di queste è quella di Fridtjof Nansen: scienziato ed esploratore norvegese che 1922 ricevette il Premio Nobel per la pace dopo aver inventato il Passaporto Nansen, un originale documento di viaggio che permise ad apolidi e profughi delle guerre di fuggire ai genocidi e dai totalitarismi. Ne beneficiarono 450mila persone e tra queste alcuni degli artisti che hanno illuminato il secolo scorso: Chagall, Stravinskij e Nabokov, da questo passaporto venne redatto il documento di viaggio descritto dalla Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati.
A partire dalle parole di Nansen è stato elaborato il “Certificato di esistenza”, uno speciale documento che sarà offerto a chi vorrà raggiungere l’isola itinerante di Espérer. L’isola di Espérer inizia a prendere forma nel 2015, quando Antonio Damasco, drammaturgo, attore e regista si trovò a dovere spiegare alle sue due bambine quello che stava avvenendo sugli scogli di Ventimiglia. A partire dal giugno di quell’anno persone provenienti dai paesi più poveri del continente africano, in transito dall’Italia verso la Francia, si fermarono sulla linea di confine, riparandosi sugli scogli per oltre quattro mesi. Da quella esperienza nacque una favola allegorica, divenuta un libro illustrato da Alice Tortoroglio: L’immaginifica storia di Espérer. Si narra di Sollucchero, un paese in cui poche famiglie di giostrai detenevano la quasi totalità delle attrazioni turistiche ed economiche, ma anche di Rien-ne-va-plus, città dell’amore e di un ineguagliato claim pubblicitario in voga da oltre 200 anni: libertè, egalitè, fraternitè. Ma soprattutto si racconta degli scogli che sono sempre stati un luogo senza patria, in alcune storie non completamente appartenenti alla terra ferma ma neanche al mare, spesso popolati da creature mitologiche, come nel caso delle sirene di Ulisse”.
Coloro che hanno preso parte alle tappe hanno compilato un certificato di esistenza oggi sono oltre 500 e hanno espresso la lingua in cui voler sognare, chi vorrebbero incontrare sull’isola, quale oggetto si vorrebbero portare.
Il Teatro delle Forme continua a portare in scena la sua fiaba cantata, lungo la schiena dell’Italia, partì il 28 aprile 2024 dall’isola più a sud d’Europa, Lampedusa, simbolo di approdo ma anche isola che insieme ad Agrigento nel 2025, rappresenterà l’Italia come capitale della cultura.

L’isola che c’è
Espérer ha una anagrafe, su cui potremmo trovare i nomi di milioni di uomini e donne partite dall’Italia verso il Belgio, la Francia, la Germania, ma anche Argentina, Stati Uniti e molti altri. Ancora oggi mentre scriviamo sono migliaia coloro che cercano l’isola fuori da questo paese, solo negli ultimi dieci anni oltre 82.000 italiani, giovani per lo più, si sono messi in movimento. Mentre altri uomini, donne e bambini cercano di raggiungere l’Europa attraverso il mediterraneo e la rotta balcanica con lo stesso disperato bisogno, spesso respinti da un’Europa che sembra non avere ancora compreso in questi ultimi trent’anni come gestire flussi, risorse e possibilità, ma soprattutto le storie di coloro che stanno arrivando.
I risultati raggiunti del progetto Tempo al Tempo saranno presentati in occasione degli spettacoli.

Le tappe

  • Sabato 9 novembre 2024 ore 20.30 Bologna – Teatro degli angeli, via Massa Carrara 3 alle 20,30
  • Martedì 12 novembre 2024 18,30 Torino – sede Archivissima, corso Vittorio Emanuele II 44
  • Mercoledì 13 novembre 2024 alle 17,30 Felizzano – Astrobioparco, S.P. 77.79
  • Venerdì 15 novembre 2024 alle 21 ad Avigliana – Teatro Eugenio Fassino, via IV novembre, 19
  • Sabato 16 novembre 2024 alle 18,30 a Bardonecchia – Palazzo delle feste, via Valle Stretta 1

Per richiedere il certificato di esistenza e seguire i contenuti speciali del diario di viaggio:
www.teatrodelleforme.it

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