Il sindaco Andrea Archinà: «Nei prossimi giorni scriveremo alla Regione per ribadire la contrarietà a questa misura». Già pronto il decreto di proroga del blocco al 2025, ma il problema rischia di essere solo posticipato
Avigliana, 3 settembre 2023 – Tra i 76 Comuni piemontesi con popolazione sopra i 10mila abitanti, anche Avigliana rischia di essere interessata dal blocco della circolazione per i 450mila veicoli con motori diesel Euro 5. L’ordinanza regionale dovrebbe scattare a partire dal 15 settembre fino al 15 aprile. In realtà le grandi criticità che ne scaturirebbero sarebbero già state superate dal momento che, dopo aver approvato il provvedimento già nel 2021, la stessa Regione Piemonte ha coinvolto il Governo per posticipare al 2025 l’entrata in vigore del provvedimento. Così nel prossimo Consiglio dei Ministri sarà presentato il decreto di proroga.
La Regione è infatti tenuta al rispetto della normativa comunitaria sulla qualità dell’aria secondo le Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea. L’obbligo coinvolge a cascata tutti gli Enti pubblici e nello specifico i comuni sopra i 10mila abitanti individuati puntualmente dalla delibera. Oltre a una possibile sanzione economica, che ricadrebbe quindi su tutti i cittadini, i sindaci che non adottano l’ordinanza attuativa sul proprio territorio rischiano il reato di rifiuto di atti d’ufficio, mentre chi circola nonostante lo stop rischia una multa da 168 a 679 euro. In caso di reiterazione della violazione nel biennio, la multa amministrativa accessoria è la sospensione della patente da 15 a 30 giorni.
Numerosi sindaci della prima cintura torinese hanno contestato il provvedimento chiedendo azioni alternative antismog come il miglioramento del trasporto pubblico locale e interventi sugli impianti di riscaldamento più vecchi. «Fin dal 2021 l’Amministrazione comunale di Avigliana – afferma il sindaco Andrea Archinà – è stata fortemente critica sul provvedimento, ritenendolo inutile e non equo, anche considerate le carenze e i rincari del trasporto pubblico. Appare inoltre arbitrario che l’ordinanza, secondo il piano in vigore, scatti in tutti i Comuni con popolazione superiore ai 10mila abitanti, come se l’inquinamento conoscesse i confini geografici dei singoli territori. Questa soluzione creerebbe inoltre enormi difficoltà a migliaia di professionisti, famiglie e imprese, che già sono quotidianamente messe alla prova dal difficile contesto economico. Anche lo strumento del Move-in (MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti) appare un mero palliativo, poco coerente con gli obiettivi della direttiva europea che, ricordiamo, non definisce nello specifico dettaglio le misure da adottare, stabilite invece in modo discrezionale dalla Regione Piemonte. Allo stesso modo la proroga di due anni rischia di essere una semplice posticipazione del problema, se non accompagnata da un serio piano della mobilità sostenibile che implementi il trasporto pubblico locale anche nei territori più periferici come i nostri».
«Nei prossimi giorni – conclude Archinà – scriveremo alla Regione per ribadire la contrarietà a questa misura. Tutte le iniziative da parte di singoli cittadini che mirano a sottolineare ulteriormente i disagi che deriverebbero dalla sua applicazioni saranno utilmente allegate per avvalorare gli argomenti che andremo a sottoporre all’attenzione della Regione. Il tema dell’inquinamento, dei suoi effetti sul cambiamento climatico ormai improcrastinabile non può essere al centro solo del dibattito pubblico, ma anche e soprattutto dell’agenda della politica a tutti i suoi livelli. Questa tuttavia va attuata mettendo la persona al centro, favorendola nella sua quotidianità e non rendendola destinataria di provvedimenti insostenibili sul piano sociale ed economico».
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