L’Amministrazione comunale di Avigliana replica alla chiusura dell’area sul Lago grande a opera della proprietà
In base al protocollo, il privato avrebbe dovuto presentare al tavolo di lavoro a cui hanno partecipato oltre all’Amministrazione comunale, l’Ente Parco, la Città Metropolitana e alcuni esperti, un progetto di riqualificazione di un’altra vasta area di proprietà della stessa società. In realtà quello che è stato presentato è una mera idea progettuale non supportata da una documentazione di dettaglio ritenuta fondamentale per poter valutare un’operazione così ambiziosa. Come dichiara il sindaco di Avigliana Andrea Archinà: «Quello che è davvero clamoroso – per riprendere uno dei termini utilizzati dalla stampa per descrivere la vicenda – è che dopo tutta la disponibilità dimostrata dall’Amministrazione e le indicazioni più volte date dall’Ente di gestione del Parco, dalla Città metropolitana e dal Politecnico, la proprietà abbia insistito unicamente sulla necessità di realizzare nell’area della cosiddetta T4, tre bioserre alte oltre 30 metri e strutture complementari con funzioni non adeguatamente precisate. Le serre, secondo quanto descritto nelle tavole, avrebbero dovuto ospitare habitat non autoctoni e piante altamente invasive sconsigliate dall’Ufficio pianificazione e controllo delle risorse idriche di Città Metropolitana di Torino (per esempio vegetazione della foresta amazzonica o del deserto del Sahara), il tutto in un’area protetta, oggi anche Sito di interesse comunitario (Sic) che è già di per sé elemento attrattivo da poter valorizzare».
E tutto questo mentre sull’altra sponda del lago, l’Amministrazione Comunale si premurava di garantire l’accoglienza e il regolare svolgimento delle gare di triathlon inserite nel calendario degli European Masters Games, manifestazione sportiva di richiamo internazionale».
«Finora – conclude Archinà – non ci siamo mai sottratti al confronto, come dimostrato anche dall’ultima lettera inviata alla società dove è stata ribadita la disponibilità a valutare progetti alternativi alle bioserre anche con il supporto di esperti quali per esempio il Politecnico di Torino. La posizione assunta dalla società attraverso l’ultima diffida inviata all’Amministrazione comunale e la condotta di ieri mattina, ci costringono a valutare tutte le possibili azioni comprese quelle di natura legale per contrastare un atto che riteniamo comunque illegittimo».
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