La Storia di Avigliana

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Sabato 8 giugno 2024 alle 20,45 va in scena al Teatro Fassino lo spettacolo “Avilliana”, mito di fondazione per attore, danzatrice, soli, cori ed ensemble strumentale. Nel pomeriggio alle 18 ha invece luogo la visita al sito della Statio ad fines

Avigliana, 4 giugno 2024 – Una serata dedicata alla Storia di Avigliana si svolge sabato 8 giugno con lo spettacolo incentrato sulle origini mitiche e storiche di Avigliana al Teatro Fassino dal titolo Avilliana, mito di fondazione per attore, danzatrice, soli, cori ed ensemble strumentale, con soggetto, sceneggiatura e drammaturgia di Alberto Rizzuti, musica di Paolo Zaltron e per la regia di Marco Bricco. Lo spettacolo, che avrà inizio alle 20,45, costituisce il nucleo di Miti di fondazione, un progetto di Terza missione / Public engagement del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Torino. Prodotto da Asterlizze Teatro con la collaborazione di Piemonte dal vivo e del Comune di Avigliana. Si tratta inoltre dello spettacolo celebrativo dei 70 anni di attività della Corale universitaria di Torino (1954-2024). Biglietto unico: 5 euro disponibile alla cassa del teatro dalle 20.

Come evento collaterale avrà luogo la visita al sito archeologico della Statio ad fines alle 18, a cura della Associazione archeologica aviglianese. Il ritrovo della visita è alle 17,50 in frazione Drubiaglio, borgata Malano, via Moncenisio 105, parcheggio della scuola “Anna Frank”. La prenotazione è obbligatoria a archeologia.aviglianese@amail.com.

Lo spettacolo
Avilliana racconta la saga degli Avilli: Gaio, un impresario geniale e arrogante, e suo figlio Filippo, un giovane col sogno del teatro. Sette anni di avventure sui sentieri impervi delle Alpi al tempo di Augusto. Vessato da un padre scostante (Luciano Fava), ammaliato da un augure etrusco (Pietro Garavoglia) e sedotto da Livia (Lucrezia Collimato), una donna intrigante e sfuggente, Filippo (Marcello Spinetta) è protagonista di un percorso di formazione che è anche un mito di fondazione: del suo carattere di uomo e di una città, Avilliana, in cui risplendono, azzurri come gli occhi di Livia, due inquietanti e bellissimi laghi. Scritto e sceneggiato da Alberto Rizzuti, il testo si compone di una parte in prosa, destinata alla recitazione, e di una parte in versi lirici, intonati da Paolo Zaltron; affidati alle voci di alcuni solisti e dei componenti della Corale universitaria di Torino, i venti numeri musicali che trapuntano insieme agli interventi della danzatrice il monologo dell’attore sono eseguiti dal vivo col sostegno di un ensemble strumentale (Ugo Piovano, flauto e ottavino; Flavio Rubatto, live electronics; Gianfranco Montalto, pianoforte; Paolo Zaltron, pianoforte e direzione).

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