Al Teatro Fassino il 30 novembre 2024 va in scena il primo testo di prosa e la prima regia di Caterina Guzzanti che narra le dinamiche di coppia dal punto di vista femminile
Avigliana, 22 novembre 2024 – Col suo primo testo di prosa e la sua prima regia, Caterina Guzzanti affronta un tema universale e su cui il dibattito oggi è più aperto e vivo che mai. “Secondo lei” è uno spettacolo sulla fragilità: un lungo, intimo, delicato flusso di pensiero dal punto di vista femminile, sulle dinamiche nascoste che regolano i rapporti di coppia. Una prospettiva di parte, ma aperta e mai giudicante, che in modo perentorio pone al centro una profonda riflessione sulla giustezza della coppia a tutti i costi. Ad affiancare l’attrice e regista ci sarà Federico Vigorito. Lo spettacolo è prodotto da Infinito e Argot produzioni con la supervisione di Paola Rota.
Secondo lei va in scena sabato 30 novembre alle 21 al Teatro Fassino nell’ambito della stagione di Scene dal vivo 2024/25 a cui dallo scorso anno è possibile abbonarsi avendo anche il posto riservato per tutti gli spettacoli.
L’amore idealizzato come luogo sicuro e salubre diventa negazione quotidiana e sistematica del bisogno e del desiderio altrui: un silenzioso campo di battaglia in cui fraintendimenti e necessità affondano goffamente in un pantano di aspettative tradite e promesse disattese, mentre il solo imbarazzante desiderio sarebbe quello di essere capiti, accettati e perdonati. Secondo lei è una storia sulla crisi tanto del maschio quanto della femmina, nella quale dolore e ironia convivono nel paradosso della coppia, in cui ognuno riconoscerà tante storie.
Da dove viene la sensazione che per diventare adulti ci si debba rifugiare nell’altra persona anziché investire nella propria indipendenza? Perché non scappiamo a gambe levate neanche quando nella coppia ci sono più compromessi che felicità? La letteratura, 60 anni dopo l’esistenzialismo di Simone De Beauvoir, sembra l’unica forma capace di restituire proprio l’incomunicabile di cui parla Secondo lei, perché ancora oggi c’è bisogno di constatare che queste esperienze sono le stesse dei nostri simili, a prescindere dagli strumenti che si hanno a disposizione. È il linguaggio che ci reintegra nella società umana, come diceva lei stessa: “un dolore che trova le parole per raccontarsi smette di essere esclusione radicale e si fa meno insostenibile”.
Secondo lei è una voce in attesa di “secondo lui”. Nel frattempo si arrangia con quel poco che le è dato sapere, secondo lei.